Cosa succede nelle Università Italiane

Sembrava finita. Il ddl 1905 era pronto per essere accolto dalle braccia tese della maggioranza alla camera, il 5 ottobre. Esso, diventando norma dello stato, avrebbe inferto una (un’altra) sferzata mortale al diritto allo studio, trasformando un elemento di sostegno all’accesso alla formazione per le classi sociali più basse in qualcosa d’altro: una manciata di spiccioli distribuiti inbase ai risultati del test di autovalutazione, da restituire poi al termine delperiodo formativo. C’era poi la questione dell’ingresso dei rappresentanti del capitale privato nel cda dell’ateneo, per non parlare del reclutamento dei ricercatori, ancor più sottomesso alle logiche cooptative (cioè baronali).

C’era e c’è ancora il maledetto ddl, danzante spada di Damocle sulle nostre teste, appeso ad una corda malferma che reggerà ancora una manciata di giorni. Il rinvio della discussione è una piccola vittoria dei ricercatori nei confronti di CRUI e Confindustria, ottenuta praticando il blocco della didattica. Questa arma però rischia di essere una spada spuntata, per due motivi:

1) il blocco in molti casi non è efficacissimo (così a Novoli, ad esempio),a causa dell’opposizione dei Consigli di Facoltà (cioè dei docenti universitari) adun blocco totale;

2) esso non durerà a lungo, perché una parte dei ricercatori potrebbe cedere(diciamolo: cederà) alla tentazione di assicurarsi uno dei 9.000 posti diprofessore associato offerti dal governo in cambio della ripresa delle lezioni.

In questo clima di incertezza circa 150 studenti hanno discusso della situazionedurante l’assemblea di Polo del 6 ottobre.

Si è avvertita la necessità di stringereun’alleanza con gli studenti medi e con i lavoratori, a partire dai cortei dell’8 edel 16 ottobre. È emersa sopratutto l’urgenza di un blocco della didattica effettivo, che sia promosso dagli studenti e che rinvii sine die la discussione del ddl.

Il giorno seguente, sulla base di queste parole d’ordine, un gruppo di studenti ha interrotto le lezioni per sensibilizzare l’intera popolazione studentesca, portando alla fine della mattinata la richiesta di un consiglio di facoltà straordinario ai presidi per ridiscutere la questione del ddl e consentire un vero blocco della didattica.

Ci è stata promessa l’indizione di una nuova assemblea e di un consiglio da tenersi nei prossimi giorni, ma sta a noi studenti vigilare che alle parole seguano i fatti, come anche sta a noi costringere chi non ha scioperato a non fare il crumiro nascondendosi dietro presunte responsabilità istituzionali.

Fuori dai confini del Polo, intanto, la situazione evolve. I cortei studenteschi dell’8 ottobre (circa 90 in tutta Italia) hanno dato il via alle lotte autunnali.

In 10.000 abbiamo bloccato a più riprese il traffico fiorentino mandando in tilt lacittà in segno di protesta contro la riforma. Da sabato, poi, in diverse scuole fiorentine è partito il blocco della didattica effettuato direttamente dagli studenti medi in occupazione. In alcune facoltà italiane (a Roma, adesempio) le assemblee preludono, per l’intensità della partecipazione, ad unautunno di mobilitazioni.Sono segnali, questi, che vanno colti fino in fondo da noi studenti, tanto più se, costretti e ricattati dallo spettro della disoccupazione e dall’alto livello delletasse universitarie, proseguiamo nell’assurda corsa in cui vince chi ha più creditied esami all’attivo.

Le strade, le assemblee affollate, ci dicono che a perdere saremo tutti se non costruiamo un movimento in grado dirispondere alla perdita di diritti collettivi, tra i quali il diritto allo studio.

È giunta l’ora di risollevare la testa e di riprendere la lotta…

BLOCCO DELLA DIDATTICA SUBITO!

NO AL DDL 1905!

PER UN VERO DIRITTO ALLO STUDIO!

I DIRITTI NON SI MERITANO, SI CONQUISTANO!

Studenti di Novoli per il diritto allo studio