GRECIA,oppure una tragedia: economia, diritto e movimenti dal basso.

ATODETGRENell’ambito del primo incontro del Forum sull’Autodeterminazione dei Popoli seconda edizione dal titolo “Grecia, oppure una tragedia: economia, diritto e movimenti dal basso”, abbiamo analizzato la questione greca da una duplice prospettiva: quella della teoria economica e quella del diritto internazionale.

Da un’ analisi economica indipendente, si capisce che la crisi greca è tutt’altro che una crisi del debito sovrano, come la teoria economica mainstream afferma, bensì è una crisi del sistema euro. Tralasciando le tappe e le teorie che hanno portato alla fondazione dell’unione monetaria e concentrandoci solo sul caso greco, si può affermare che la Grecia non aveva i requisiti per aderire all’euro.

Continue reading

Solidarietà alle cittadine ed ai cittadini turchi

La scorsa settimana migliaia di cittadini e cittadine turche si sono dati appuntamento al Gezi Park di Istanbul, uno degli spazi verdi più grandi della città, che il governo ha deciso di cementificare per far spazio ad un nuovo enorme centro commerciale. Si sono ritrovati nelle modalità più pacifiche con coperte, tende, bambini e persone di ogni estrazione. Al mattino quando sono arrivati i bulldozer per radere al suolo gli alberi secolari ed iniziare i lavori si sono tutti frapposti pacificamente tra i macchinari e gli alberi. La polizia ha risposto con idranti, spray al peperoncino e gas lacrimogeni sparati direttamente sulla folla.

L’episodio di Gazi Park è solo l’ultimo episodio di repressione per mezzo della violenza portato avanti dal governo unico di Erdogan e dell’ AKP, che da vent’anni al governo del paese (complice la legge elettorale turca) peroga politiche conservatrici e neo-liberiste, limitando sempre di più la libertà delle cittadine e dei cittadini, violando i diritti fondamentali delle minoranze etniche e svendendo il paese alle multinazionali estere. L’unica risposta che il governo turco ha sempre dato al dissenso è stata, come nel caso di Gezi Park, la repressione violenta.

In seguito a quest’ultimo episodio, e nonostante il tentativo di tacere la vicenda operato dai media nazionali ed internazionali, i cittadini e le cittadine turche si sono mobilitati in tutte le piazze della città e del paese chiedendo libertà e diritti (umani e civili spesso negati) e la possibilità di autodeterminare il proprio futuro. Scenari da guerra civile nascono in ogni piazza con la polizia che utilizza metodi repressivi, infischiandosene delle modalità d’uso e delle convenzioni internazionali, sulla folla inerme e disarmata. Non stupisce che tutto ciò, nonostante vada avanti da quasi una settimana, sia taciuto dai media di ogni paese e dalla comunità internazionale, complici dell’AKP e degli interessi particolari che porta avanti in Turchia.

Come Collettivo RossoMalPolo riteniamo fondamentale dimostrare la nostra vicinanza e solidarietà alle cittadine ed ai cittadini turchi, abbandonati dai media e dagli organi della comunità internazionale, a portare avanti la lotta contro la repressione e la violenza. È inoltre di grande importanza denunciare e diffondere attraverso tutti i canali possibili gli avvenimenti di questi giorni, sensibilizzando l’opinione pubblica internazionale per non abbandonare la Turchia ed il suo popolo nelle mani di un regime, conservatore e neo-liberista, ben vestito da democrazia!

Collettivo RossoMalPolo

Novoli, quella storia che l’UniFi non racconta.

A molti, arrivando a Novoli, capita di chiedersi: “ma a chi c***o è venuto in mente di costruire questo posto?” o “ma com’è che sto posto fa schifo? Non dovrebbe essere una Università?”

Non vogliamo darvi una risposta, potete farlo da soli. Quello che è necessario, magari, è raccontare la sua storia:

Il terreno dove ora sorge il complesso viene dato, a partire dal dopoguerra, in comodato alla Fiat e che poi, per vie “poco chiare” ne diviene proprietaria. L’azienda vi costruisce uno stabilimento che ha rappresentato, per molti anni il fulcro attorno a cui si le famiglie degli operai, ma anche l’intero quartiere, avevano impostato le loro vite. Essi vengono ben presto traditi dall’azienda che, per sfruttare il terreno in modo più proficuo, trasferisce lo stabilimento a Campi e licenzia quasi i due terzi dei dipendenti. Infatti, negli anni ‘80, la Fiat aveva compreso che il terreno avrebbe reso molto di più se vi fossero state costruite abitazioni. Per questo nell’83, con ovvie ma maestralmente celate pressioni della Fiat, il Comune di Firenze, cambia, nel proprio piano regolatore, la destinazione dell’area da produttiva a residenziale. L’approvazione arriva però solo nel ’96 con un accordo di programma tra il presidente del Consiglio regionale, quello della provincia ed il sindaco (senza questo passaggio la Fiat non avrebbe potuto iniziare a costruire).

Ma nel frattempo la Fiat pensa bene di cercare un modo di riqualificare la zona (ovviamente non per ragioni di filantropia o amore per il quartiere, ma per poter elevare il valore degli immobili che aveva in progetto di costruire) e lo trova a “spese” (e non è un modo di dire) dell’Università degli Studi di Firenze. Infatti nel ’91 il Consiglio di Amministrazione dell’Università si dichiara interessato all’insediamento di un proprio Polo nella zona e si paventa l’acquisto di un lotto (da molti fra i tecnici successivamente giudicato il peggiore) fra quelli di proprietà della Fiat.

Viene istituita una commissione cui fanno parte anche i Presidi delle facoltà interessate al trasferimento nel futuro Polo delle Scienze Sociali ma senza alcun potere effettivo. Gli stessi Consigli di Facoltà non vengono consultati, se non a cose fatte.
Ancor prima dell’approvazione definitiva del progetto da parte dell’Università (avvenuta nel ’97) l’allora Direttore Amministrativo ebbe l’incarico (siamo nel Maggio del ’95) di avviare le procedure di acquisizione. L’approvazione definitiva avviene il 10 luglio del 1997 dopo un iter lungo e laborioso, a testimonianza di decisioni prese in luoghi molto diversi da quelli collegiali dove le stesse poi, gioco forza, venivano imposte dal Rettore Blasi e dai suoi fidi galoppini e ratificate negli stessi. Gli unici voti contrari sono quelli di due docenti, dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo e dei rappresentanti degli studenti della lista Studenti di Sinistra, mentre Lista Aperta, sebbene ora si dichiari scandalizzata dai limiti della struttura, vota a favore.

Come Collettivo RossoMalPolo assieme Studenti di Sinistra ci siamo opposti sempre a questo progetti per svariati motivi:

L’iter appena illustrato che ha portato alla decisione di costruire un polo universitario a Novoli e la profonda distanza che sentiamo rispetto alla pratica politica che ha prodotto questa decisione, ovvero mascherare presupposti sociali con il solo intento di arricchire qualcuno (Fiat) e favorire altri (Blasi e scagnozzi). Inoltre alla Fiat, oltre ad aver incassato la vendita dell’area edificabile (per circa 50 miliardi, che, ricordiamo, sono fondi pubblici), viene affidata anche la progettazione e la costruzione stessa del Polo (vale a dire che l’università, invece di affidare il lavoro al proprio ufficio tecnico, come dovrebbe essere, compra a scatola chiusa terreno progetto ed edificazione). Infatti, l’impresa costruttrice FuturaUno vede come azionista principale proprio la Fiat cui seguono, con quote minori, Cassa di Risparmio, Banca Toscana e Monte dei Paschi di Siena.

L’evidenza, fin dal principio (i consiglieri di amministrazione avevano tutti la possibilità di visionare e valutare i progetti), che la struttura sarebbe stata insufficiente per accogliere gli studenti e i docenti di tre Facoltà. Inoltre, il piano iniziale non prevedeva la mensa e palesava una mancanza di spazi di socializzazione e di studio.

Non è mai stato fatto nessuno studio serio di impatto ambientale (previsto per legge) in merito all’opera da costruire ne tantomeno sul quartiere (aumento certo del traffico, situazione parcheggi e trasporti, strutture ricettive del quartiere). Peraltro lo stesso Consiglio di quartiere 5 (zona di Novoli e Careggi) era profondamente contrario.

Il progetto di Novoli non solo ha ignorato le critiche dei docenti (pochi in verità) e le proteste degli studenti, ma ha scavalcato, per ovvie ragioni di profitto e favoreggiamento, le stesse disposizioni della legge finanziaria del ’97 (quindi anteriori all’approvazione finale del progetto da parte del Cda) che prevedeva l’obbligo per tutti gli enti pubblici di recuperare strutture inutilizzate appartenenti al demanio e per l’Università l’obbligo esplicito di rilevare gli edifici dismessi di proprietà dello stato “in uso perpetuo e gratuito” (proprio in quel periodo, tra i numerosi esempi, vi è quello della liberazione di una serie di edifici militari che appartenevano al demanio, tra cui l’ex ospedale militare di San Gallo, che avrebbero permesso all’Ateneo di risparmiare centinaia di miliardi). In merito gli Studenti di Sinistra, da sempre contrari al progetto e promotori di progetti alternativi, depositano un esposto che avvia un accertamento da parte della Corte dei Conti. Nello stesso anno la facoltà di Architettura, chiamata a dare la sua opinione sull’accordo tra l’Università e la Fiat per l’acquisto dell’immobile universitario, si esprime per il no, per motivi architettonici ed urbanistici.

Senza dubbio il motivo più consistente è la consapevolezza che il bilancio dell’Ateneo sarebbe stato definitivamente affossato da questa speculazione edilizia e che l’Ateneo avrebbe dovuto, negli anni a venire tagliare enormemente su didattica, servizi agli studenti, personale e ricerca; cosa che poi è accaduta. Basti pensare che, a gestione ordinaria, il disavanzo di amministrazione dell’Ateneo sarà di 23 milioni di euro nel 2004 e di 72 nel 2005 se non verranno operati tagli alla didattica per 4 milioni, alla ricerca per 7, un aumento delle tasse di 4 milioni di euro (con sforamento dei limiti previsti per legge) e l’accensione di un mutuo di 12 milioni di euro (come previsto dal piano di sviluppo triennale).

Questo era il progetto di molti. Della Fiat, di Blasi e dei suoi burattini, del Comune, di tanti affaristi, di banche e partiti, di tanti politici interessati, di chi è rimasto a guardare, di Lista Aperta… ma non certo nostro. Non certo degli studenti.

Café Letterario

Ritorna il CAFÉ LETTERARIO DI NOVOLI, storica iniziativa del Collettivo RossoMalPolo. Uno spazio di libera aggregazione e confronto, informazione e discussione. Il café letterario è un momento libero, organizzato dal Collettivo, sotto al POZZO LIBRARIO, DAVANTI ALLA BIBLIOTECA DEL POLO DI NOVOLI, dove chiunque può fermarsi anche solo qualche minuto per leggere un giornale, un libro o semplicemente prendere un caffé in compagnia.
Un luogo di libera cultura ed informazione all’interno di un’Università che sempre più spesso è vissuta solamente come una “fabbrica di esami” e che così impoverisce noi e l’idea stessa di una Università libera e collettiva.

ORE 16: incontro CON BIBLIOTECARI RESISTENTI

http://bibliotecariresistenti.blogspot.it/

per parlare assieme della situazione in cui verte la Biblioteca Nazionale, importantissimo bene comune sul quale dovremmo puntare per il rilancio sociale di tutta l’Italia invece che continuare a tagliarle i fondi, facendo passare il tutto sotto silenzio!!!

ControGuida 2012/13

CHI SIAMO

Siamo un gruppo di studenti indipendenti provenienti dalle tre facoltà del Polo delle Scienze Sociali che ha deciso di proporre uno spazio alternativo all’interno di Novoli.

Non vogliamo che l’Università sia vissuta come un semplice luogo di passaggio o mera fruizione di nozioni, crediamo invece che gli studenti debbano avere un ruolo attivo per rendere quest’istituzione ricca di fermento culturale e dibattito politico.

Siamo convinti che essere studenti rappresenti una grande opportunità da sfruttare per produrre iniziative e proposte, per stimolare analisi e riflessioni in grado di contribuire al miglioramento ed alla trasformazione della nostra società. Un reale cambiamento è possibile ed il mondo studentesco ne è la culla.

Il Collettivo è la base dalla quale vogliamo partire per costruire un cambiamento, uno spazio aperto a tutti, laico, di sinistra ed antifascista, e autonomo rispetto ad ogni partito e sindacato.

Il collettivo RossoMalPolo si pone in costruttiva collaborazione con i collettivi delle altre facoltà e con gli Studenti di Sinistra per quanto riguarda la politica d’ateneo e cittadina, ed è aperto alla collaborazione con altre realtà che ne condividono la linea politica.

Lavoriamo attivamente, fuori e dentro gli organi rappresentativi di ateneo, per creare un’università pubblica, accessibile, equa, gratuita e di qualità.

LE TASSE UNIVERSITARIE

L’estate si sa è il momento in cui ministri e minestrone lavorano di più, noi siamo al mare o chiusi in casa a studiare e loro, ligi al dovere, passano le giornate a cercare metodi sempre nuovi per prendere più soldi ai cittadini e spenderli non certo per l’istruzione pubblica o la sanità ed i trasporti ma per comprare qualche altro F-35 nuovo fiammante o bucherellare qualche altra montagna.

Ad oggi la legge prevede che gli atenei non possano chiedere in totale ai propri studenti più del 20% del Fondo di Finanziamento Ordinario che lo stato stanzia. Già in questo modo gli studenti italiani sono al terzo posto in Europa per tasse universitarie, ma ancora che problema c’è? Il governo Berlusconi per anni ha tagliato i fondi all’istruzione, ma d’altronde da qualche parte doveva tagliare e diciamocelo: gli studenti, comunque, non lo avrebbero votato lo stesso. Poi il grande cambio di prospettiva e l’Italia incarica il governo Monti di guidarla fuori dalla crisi, un respiro di sollievo è un rettore, di un’università privata ma sempre un rettore, lui si che ha presente i problemi del mondo dell’istruzione. Il governo Monti ed il neo ministro Profumo nemmeno per un secondo si sognano di mettere in dubbio la politica di tagli all’istruzione pubblica (infatti sono fissati tagli per più di 400 Milioni per il prossimo anno che saliranno a quasi 1 Miliardo nel biennio 2013-2014) ma al contempo conoscono bene i problemi che questi tagli hanno portato ai loro amici rettori della Crui. Infatti 33 atenei su 57, il 55%, ha chiesto ai suoi studenti più del 20% fissato per legge, ed i Tar regionali li hanno pure obbligati a restituirli agli studenti! E allora ecco l’idea geniale che diventa realtà nell’articolo 7 del modernissimo decreto sullo “spending review” che modifica questo limite: da oggi il calcolo avverrà non più sulle tasse versate da tutti gli studenti bensì solo su i contributi degli studenti in corso, che ormai sono una minoranza rispetto al 56,5% dei fuoricorso. Per quest’ultimi non si fissa alcun limite per le tasse che dovranno versare, e lo stesso vale per gli studentinon comunitari iscritti nelle nostre università. Inoltre questo rapporto sarà calcolato non sul solo FFO ma sul totale dei “fondi erogati dallo stato” (che vuol dire tutto e niente). Quegli atenei che riusciranno comunque, impegnandosi molto, a sfondare il nuovo limite non saranno nemmeno più obbligati a rendere i soldi indebitamente presi agli studenti ma li dovranno destinare a generiche borse di studio, che dall’altro lato sono state ancora tagliate.

Questa scelta del ministero, portata avanti con l’appoggio ed il favore della salda maggioranza formata da PD, PDL e UDC oltre ad essere altamente discriminatoria, ideologicamente punitiva e contraria ad ogni indicazione di libero accesso all’istruzione espressa nella nostra costituzione portare ad un forte ed inevitabile aumento delle tasse universitarie per tutti gli studenti, che peseranno sopratutto sulle fasce più deboli.

Riteniamo che sia arrivato il momento di un vero cambiamento, basta con gli attacchi all’istruzione pubblica e agli altri beni sociali!

Come collettivo, ma sopratutto come studenti e cittadini, riteniamo che si debba dire no a questi tagli continui e che l’Italia debba ripartire da quelli che sono i suoi più preziosi beni sociali e collettivi.

ECONOMIA

Da quando siamo nati ci battiamo contro alcune delle “peculiarità” della nostra facoltà.

A cominciare dai blocchi all’accesso presenti sia per i corsi triennali che per quelli magistrali. Per essere ammessi direttamente a un corso Magistrale è considerato requisito minimo e necessario l’aver conseguito una specifica votazione minima di laurea Triennale e l’essere in continuità con gli studi triennali (con soglie che variano da caso a caso, tipicamente 99). Chi non si iscrive con i summenzionati requisiti verrà vagliato da un test volto ad accertare quelle che dovrebbero essere conoscenze già maturate. La cosa peggiore è che in ogni caso il Corso di Laurea può riservarsi il diritto di rifiutare la richiesta di iscrizione: un numero chiuso mascherato.

Per quanto riguarda il Test d’Accesso alla triennale, fortunatamente possiamo dire di aver visto dei progressi rispetto agli anni passati, grazie al nostro impegno sulla questione. Il test, imposto dal Ministero, è obbligatorio per l’iscrizione alla Facoltà; lo studente può risultare Consigliato o Sconsigliato, e nel secondo caso deve adempiere ai cosiddetti OFA. Ad oggi si tratta di scaricare del materiale dal sito della Facoltà e poi sostenere un nuovo Test in autoverifica entro un termine ben preciso. Siamo ben lontani da una situazione ideale in cui non ci sarebbe alcun tipo di Test, se non facoltativo.

Una delle singolarità della Facoltà di Economia è l’astruso calendario didattico: dal tradizionale assetto che prevedeva 9 appelli d’esame divisi in tre sessioni annuali, tre anni fa siamo passati a una cervellotica impostazione. I corsi previsti in ogni semestre venivano suddivisi (arbitrariamente dal consiglio del Corso di Laurea stesso) in due gruppi: A e B. Al periodo di lezione frontale faceva seguito un periodo di 8 settimane in cui erano previsti 4 appelli, due per gruppo. Questa impostazione limitava fortemente la libertà organizzativa dello studente, imbrigliandolo dentro a dei binari piuttosto rigidi e imponendo una tabella di marcia serrata. Oltretutto sono stati fatti sforzi enormi per impedire ai professori di fare prove intermedie, impedendo agli studenti di potersi “mettere per l’avanti” con gli esami. Nella stessa logica rientra l’abolizione dell’appello di Aprile, che in passato era molto usato. Ad oggi nella nostra facoltà ci sono 6 appelli di esame, senza più i paletti dell’”A&B”; comunque pochi per consentire allo studente di restare in corso.

Infine, una breve nota riguardante i salti mortali fatti dalla facoltà per venire incontro all’ultimo decreto ministeriale in tema di Istruzione. Sono stati fatti molti tagli, non tutti condivisibili, e diversi corsi continuano ad essere a rischio per i prossimi anni.

GIURISPRUDENZA

Anche presso la Facoltà di Giurisprudenza è presente il suddetto test di autovalutazione, non vincolante per l’iscrizione, ma il cui esito negativo impone obblighi formativi aggiuntivi, che saranno assolti mediante la frequenza obbligatoria di corsi di sostegno finalizzati a colmare le lacune riscontrate, così come è stato approvato durante il Consiglio di Facoltà del 9 aprile 2010, con UNICO VOTO CONTRARIO, il NOSTRO!

Questo provvedimento ci pare del tutto insensato poiché si cerca in questo modo di rimediare ad eventuali lacune pregresse degli studenti con un test del tutto inadeguato a svolgere questo compito. A nostro giudizio infatti, dovrebbe trattarsi di uno strumento facoltativo e gratuito che, ponendo al centro lo studente, gli permetta di “autovalutarsi” e di scegliere se adempiere o meno alle proprie lacune attraverso corsi di recupero o mediante studio individuale.

Come se non bastasse all’inutilità di questo mezzo va aggiunto che il suo mancato superamento e la conseguente assenza al relativo corso di recupero, fa sì che lo studente non possa conseguire esami di profitto!

Riteniamo assurdo che un test, obbligatorio e per di più a pagamento, possa essere eletto ad indicatore delle competenze degli studenti; a nostro avviso solo una didattica efficace può assolvere questo compito.

Altra annosa questione riguarda il problema dei cambi di corso, che, ad oggi, possono venir richiesti esclusivamente per motivi di salute, lavoro, pendolarità o assistenza a congiunti, dietro opportuna certificazione e condizionati dall’effettiva partecipazione al corso.

Da anni stiamo lavorando assieme alla facoltà per rendere questo procedimento il più libero e burocraticamente agile possibile; questo poiché riteniamo che gli studenti dovrebbero avere la possibilità di poter scegliere il proprio docente sulla base del grado di discrezionalità con la materia insegnata, o particolari inclinazioni argomentative che possano essere di maggiore stimolo all’apprendimento, nonché all’approfondimento.Quest’anno vi è stato un grande dibattito all’interno del Consiglio di Facoltà (organo che unisce i rappresentanti votati dagli studenti a livello di facoltà ed i professori) inerente l’appello di dicembre degli studenti del primo anno. La complicata questione è stata legata alla necessità da parte della facoltà di non vedere diminuiti i finanziamenti statali (FFO) che vengono erogati annualmente sulla base della produttività degli studenti e cioè sul numero di crediti ottenuto da ciascuno; a causa del basso numero di crediti che ovviamente una matricola può ottenere nei primi tre mesi universitari veniva abbassata la media di produttività con una conseguente diminuzione annua di finanziamento. La soluzione finale che è stata raggiunta, con unanimità da parte delle rappresentanze studentesche, dopo mesi di incontri e riunioni, è stata quella della necessaria abolizione dell’appello di dicembre solo per gli studenti del primo anno e l’apertura dell’appello istituito per questi ultimi a fine febbraio, anche per gli anni successivi al primo. Si tratta di una procedura sperimentale questa dei 5 appelli aperti nel primo semestre per gli studenti di anno superiore al primo, che dovrà trovare una risposta positiva nel prossimo anno per poter essere utilizzata anche negli anni a venire.

Altro problema che gli studenti si trovano spesso ad affrontare è quello delle prove intermedie, che vanno suddivise in due categorie:

1-quelle utilizzate all’interno di uno stesso semestre: in questo caso la questione riguarda il fatto che per alcuni professori si tratta di un semplice test per valutare l’andamento dello studio, ma di cui in ogni caso non terranno conto per la valutazione finale; mentre al contrario per altri docenti si tratta di un vero e proprio intermedio che oltre a provare le conoscenze sulla prima parte del corso, attribuiscono una valutazione, che influirà in modo determinante sulla prova finale;

2-quelle utilizzate a metà fra i due semestri che dividono esami da 15 crediti: in questi casi la questione diventa ancora più importante data la consistenza dell’esame, ma non per questo vi si riscontra una minore discrezionalità dell’insegnante rispetto alle caratteristiche attribuite alle prove.

A nostro avviso più che discutere sulla necessità o meno dell’esistenza di queste prove, che molto spesso aiutano enormemente lo studente nella distribuzione del carico di studio, bisognerebbe trovare delle regole che rendano più chiaro ed omogeneo l’utilizzo di questo metodo di valutazione. Un’ultima peculiare e folcloristica caratteristica di Giurisprudenza, è il diritto che i docenti si arrogano, senza che ciò sia consentito da alcun regolamento, di accettare o meno, all’appello di esame, gli studenti che non lo hanno superato all’appello precedente.

Gli studenti regolarmente iscritti alla Facoltà in realtà sono liberi di dare ogni esame del loro piano di studi a qualsiasi appello disponibile (fatta eccezione per gli esami dipendenti dalla propedeuticità) e se c’è un dovere da rispettare è quello degli stessi docenti, di accettare all’esame ogni studente che ne faccia richiesta; purtroppo molti docenti sfruttano l’ignoranza dei diritti-doveri da parte degli studenti (cosa assai divertente se pensiamo che avviene in una facoltà di giurisprudenza) per diminuire il proprio carico lavorativo.

Inoltre le difficoltà legate alle alte spese per l’acquisto dei manuali di testo che gli studenti si trovano a fronteggiare ogni anno, potrebbero essere risolte o almeno in parte diminuite ad esempio, mettendo a disposizione in comodato d’uso il materiale didattico o incentivando l’attività, già svolta da alcuni professori, di mettere a disposizione sul sito della facoltà materiali e integrazioni delle lezioni stesse.

 

SCIENZE POLITICHE

Riparte un nuovo anno, ricominciano i corsi ma la facoltà continua a mantenere forme di blocco all’accesso nonostante nessuno dei suoi corsi, ulteriormente tagliati chiusi ed accorpati, sia a numero programmato.

Il test di autovalutazione (suddiviso in cinque categorie matematica, logica, italiano, inglese, storia e cultura politico istituzionale) è obbligatorio per l’immatricolazione ma non vincolante per l’accesso. Formalmente significa solo che chi voglia iscriversi alla facoltà dovrà affrontare un test in modo da poter “autovalutare” quelle che sono le proprie carenze, perché infatti non abbiamo sostenuto un esame di stato qualche mese fa. Di fatto la facoltà permette a chiunque di iscriversi ma “blocca” la matricola di chi ha delle carenze non permettendo di sostenere esami fino al superamento del test, nonostante lo studente paghi regolarmente le tasse quindi sia suo diritto sostenere qualsiasi esame. Se per caso vi chiedete il perché di questo test.. la risposta è semplice, basta guardare il bollettino che dovete pagare per sostenere il test, altro non è che un’ulteriore tassa indiretta che si va a sommare alle tasse universitarie.

Noi ci siamo fortemente opposti sin da quando anni fa venne instaurato questo test, non solo perché lo riteniamo un’inutile costo aggiuntivo sulle spalle degli studenti ma sopratutto perché il test è una vera e propria forma di blocco all’accesso quando invece il concetto di “autovalutazione” suggerirebbe uno strumento per permettere allo studente di prendere coscienza delle sue eventuali carenze in modo che possa provvedere a sanarle autonomamente o con l’aiuto di corsi organizzati dalla facoltà senza obbligo di frequenza; senza che nel mentre gli venga negata la possibilità di sostenere alcun esame.

Altra forma di blocco ad una didattica libera riguarda l’accesso alle lauree magistrali; infatti nella nostra facoltà per accedere ad alcune lauree magistrali è necessario un voto di laurea minimo o una determinata media. Nel caso non si sia in possesso di questi requisiti per accedere sarà necessario sostenere un test od un colloquio sulle quali modalità la facoltà non è affatto chiara. Questo test/colloquio oltre ad essere un vero e proprio blocco all’accesso ha anche delle chiare incongruenze interne: se la facoltà ha appena consegnato ad uno studente il diploma di laurea per quale motivo ha la necessità di valutare ulteriormente le sue capacità e conoscenze prima di ammetterlo ad un corso di laurea magistrale?

Molte cose sono da cambiare nella nostra facoltà e noi pensiamo che il cambiamento debba passare attraverso una didattica di qualità che faccia selezione e non dei blocchi istituzionali all’accesso!!

Altra nota dolente riguarda gli esami di lingua della facoltà, prima di poter accedere all’esame infatti gli studenti devono superare un’ulteriore test per valutare le conoscenze di lingua di base. Questo test d’accesso al corso è un vero e proprio esame aggiuntivo, per altro equiparato ad un livello B2 Cambridge ma non riconosciuto in nessun modo, con l’assegnazione di crediti o certificati, né dalla facoltà né da altri enti.

Riteniamo che sia assurdo, oltre che sottoporre gli studenti ad una verifica preliminare quando invece la valutazione deve essere fatta in sede d’esame, addirittura non riconoscere questo test, vincolante ai fini di poter dare l’esame d’inglese, in nessun modo.

Abbiamo lavorato duramente su questo punto con la facoltà fino ad ottenere che vengano riconosciuti i livelli B2 e superiori di lingua al posto del “pre-test”, chiaramente questo è solo un punto di partenza e continueremo a far sentire la nostra voce per far eliminare ogni forma di blocco e limitazione alla libera didattica.

ORGANI DELL'ATENEO FIORENTINO

L’ateneo fiorentino è strutturato nei seguenti organi:

-rettore e prorettori

-senato accademico

-consiglio di amministrazione

-collegio dei revisori dei conti

-nucleo di valutazione interna

-comitato pari opportunità

-garante

-comitato sportivo

-consiglio territoriale ardsu

 

Tutte le informazioni tecniche relative a composizione e riunioni sono contenute sul sito dell’Università degli studi di Firenze(di cui facciamo comunque un riassunto semplificato in fondo a questo documento), ma quello che forse non troverete è la parte a nostro avviso più importante: le rappresentanze studentesche e la conoscenza del funzionamento dell’università forniscono allo studente un potenziale enorme di capacità di poter influire sulla politica del proprio ateneo, sia in modo diretto che indiretto. La scarsa affluenza alle lezioni universitarie (15%) denota una completa incomprensione del ruolo che lo studente ha nella sua facoltà: essere studenti che non alzano mai lo sguardo dai libri, debilita secondo noi l’appellativo stesso di studente. Siamo noi che creiamo l’università, insieme a coloro che ci insegnano ciò che ci appassiona e insieme a tutti coloro che si impegnano perché possa esserci un luogo provvisto di strutture e mezzi affinché tutto ciò sia possibile; non accorgersi del ruolo fondamentale che ognuno di noi ha, in primis in facoltà e subito dopo nella società, è una mancanza di responsabilità che non può avere scusanti, soprattutto nel mondo universitario, dove non vi sono partiti cristallizzati, ma vari e diversi gruppi studenteschi,certamente con orientamenti politici diversi, ma costituiti comunque da ragazzi che hanno voglia di lavorare insieme per migliorare condizioni e diritti degli studenti.

 

SENATO ACCADEMICO, primo organo nel quale egli studenti possono eleggere le proprie rappresentanze; costituito da:

-presidente: Alberto Tesi (rettore dell’ateneo fiorentino)

-vicepresidente: Giacomo Poggi (prorettore vicario)

-segretario

-i presidi delle 12 facoltà di Firenze: Agraria, Architettura, Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Psicologia, Scienze della Formazione, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Scienze Politiche.

-5 rappresentanti delle aree di ricercatori (eletti per un quadriennio, prossime elezioni 2014)

-4 rappresentanti degli studenti (eletti per un biennio, prossime elezioni 2013)

 

Le riunioni sono 2 volte al mese e Determinazioni e Verbali sono tutti riportati sul sito della facoltà alla sezione home/ateneo/organi.

 

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, altro organo nel quale gli studenti possono eleggere i loro rappresentanti; costituito da:

-rettore, prorettore, direttore amministrativo, rappresentante del governo

-2 professori ordinari, 2 professori associati, 2 ricercatori e 2 del personale tecnico-amministrativo

-3 rappresentanti degli studenti

 

Anche in questo caso determinazioni e verbali possono essere letti sul sito della facoltà, le riunioni si svolgono con una cadenza di una volta al mese.

 

COMITATO SPORTIVO, altro organo composto da due rappresentanti degli studenti

 

CONSIGLIO TERRITORIALE ARDSU, organo costituito da 7 rappresentanti degli studenti

 

 

In questi organi il nostro collettivo non si candida, essendo un collettivo delle tre facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche, ma appoggia la candidatura dei rappresentanti degli Studenti di Sinistra, il collettivo di ateneo con cui ci relazioniamo e lavoriamo per tutte le attività di politica universitaria e nazionale, ma anche per l’organizzazione di alcune importanti iniziative come il Forum Nazionale Contro la Mafia e molte altre. Per ulteriori informazioni: www.studentidisinistra.org; inoltre gli Studenti di Sinistra, come collettivo si riuniscono una volta alla settimana per la discussione delle riunioni degli organi svoltesi e per l’organizzazione delle loro attività; infine all’interno delle facoltà (a Novoli nella Biblioteca delle Scienze Sociali entrando sulla sinistra) possono essere trovate altre informazioni aggiornate sulle bacheche.

IL POLO E I SUOI SPAZI

Mettendo piede per la prima volta nel polo delle scienze sociali di Novoli abbiamo la sensazione che qualcosa non vada.

Sarà perché è un’arida distesa di cemento che si affaccia su una delle arterie di Firenze, sarà per via dei palazzoni squadrati e incolore, sarà perché non esiste uno spazio di aggregazione, socializzazione od anche solo ricreazione. Ma fidatevi i realizzatori del progetto non hanno sbagliato niente, il polo delle scienze sociali doveva essere in tutto e per tutto una fabbrica di laureati.. e ciò si rispecchia anche nella sua architettura.

Non stiamo parlando di un fulcro della vita intellettuale cittadina o di un centro di produzione scientifica di alto livello: stiamo parlando di un “non-luogo” di passaggio. E’ esplicito il messaggio che le nostre vite devono svolgersi nella maggior mediocrità possibile e lontano da un posto dove potremmo ricevere influenze pericolose: libri, giornali, altre teste pensanti.

Per questo abbiamo salutato con piacere la nascita dello “Spazio Autogestito” in d5, abbiamo ottenuto di far mettere dei tavoli in molti luoghi del polo fino ad ora inutilizzati, organizziamo iniziative che tentino di “reinventare” lo spazio fisico (e sociale) come il “Cafè Letterario”.

LE NOSTRE INIZIATIVE

COSA SONE LE INIZIATIVE FINANZIATE

L’Università di Firenze riconosce il diritto degli studenti a svolgere all’interno delle strutture universitarie attività da essi gestite con finalità formative e culturali, non sostitutive di compiti istituzionali. Ogni anno l’Ateneo mette a disposizione dei fondi destinati al finanziamento di tali iniziative.

Possono presentare richieste di finanziamento:

-un rappresentante degli studenti eletto nei Consigli di Facoltà;

-il presidente delle associazioni costituite da almeno 50 studenti regolarmente iscritti all’Università degli Studi di Firenze nell’anno accademico cui si riferisce il bando;

-lo studente referente di un gruppo di almeno 50 studenti regolarmente iscritti all’Università degli Studi di Firenze nell’anno accademico cui si riferisce il bando.

La possibilità di svolgere attività scelte dagli studenti secondo tali modalità e poi valutate da una commissione ad hoc, una delle possibilità di maggiore importanza che l’Università ci offre; grazie a questo genere di incentivi è possibile vivere gli spazi in modo più vicino ad ognuno, si possono approfondire temi che magari non vengono affrontati a lezione, oppure ancora presentate possibili associazioni ed organizzazioni nelle quali gli studenti potrebbero partecipare per arricchire la loro formazione. Un modo per aprire la mente dello studente, per incentivare il dibattito

Data la totale indipendenza del Collettivo RossoMalPolo da partiti e sindacati, siamo un gruppo del tutto autofinanziato.

Per far fronte alle varie spese richieste da ogni iniziativa, sfruttiamo la disponibilità, che mette ogni anno l’Università di Firenze, di fondi destinati proprio al finanziamento di tali idee.

Ogni anno, dunque, completiamo il bando proposto dall’Università e una apposita Commissione valuta ciascuna richiesta. Il giudizio di suddetta Commissione è incentrato sulla finalità perseguita da ciascuna proposta, per questo facciamo sempre attenzione a sottolineare il carattere culturale, formativo o di socializzazione di ogni nostra iniziativa.

Le nostre più consolidate iniziative sono:

ASSOCIAMOCI AI DIRITTI

L’iniziativa si articola in un ciclo di conferenze presiedute da docenti universitari e rappresentanti di associazioni attive nel settore del sociale.

Esso rappresenta un ottimo punto di incontro per gli studenti che hanno occasione di approfondire temi del diritto trattati in modo marginale nella didattica ordinaria.

Per questo risulta un mezzo particolarmente proficuo per gli studenti della Facoltà di Giurisprudenza. Ma, per la rilevanza e l’attualità delle questioni trattate, arriva a coinvolgere tutti gli studenti dell’Ateneo. Essi hanno la possibilità di approfondire argomenti e di avvicinarsi al mondo delle associazioni attive nel campo dei diritti e ai professionisti in ambito legale, che condividono la loro esperienza diretta.

CAFÈ LETTERARIO

All’interno degli spazi sterili del Polo delle Scienze sociali, offriamo l’opportunità agli studenti di approfittare di uno spazio di aggregazione culturale.

Di fronte alla biblioteca, sotto al pozzo libraio, allestiamo un “open space”, con cuscini e tappeti.

Gli studenti possono accomodarsi per: studiare in compagnia, interessarsi a discipline (come la scrittura, la cinematografia, la musica) capitanate da scrittori, registi o musicisti, o semplicemente leggere un libro. A tal fine viene offerta agli studenti la possibilità di usufruire del punto bookcrossing, dove è possibile scambiare i propri libri con altri messi a disposizione dal collettivo, acquistati anche grazie alla collaborazione dell’università. I libri restano poi a disposizione degli studenti, per prestito o consultazione, all’interno dell’aula del collettivo, la 0.08 dell’edificio D4.
In particolare ci sono occasioni in cui approfittiamo dell’aria fresca per accomodarci sui cuscini e aprire un momento di riflessione su tematiche che più ci toccano.
Questo maggio 2012, è stato il mese che ha visto concretizzarsi la tanto attesa riforma del lavoro. Noi, tutti in cerchio, abbiamo deciso di discutere delle novità cui stiamo andando incontro, grazie al sostegno del docente William Chiaramonte che non ha esitato a colmare ogni nostro dubbio.

33H DI LEZIONE

Lo scorso novembre, in occasione dell’approvazione parlamentare della riforma universitaria, abbiamo pianificato un mezzo alternativo per dimostrare il nostro disappunto nei confronti del ddl Gelmini.

Una maratona di 33h di lezioni tenute da professori e ricercatori delle tre facoltà del Polo delle Scienze sociali di Novoli.

Nelle loro figure ha trovato espressione: il disagio nei confronti dei tagli alla scuola pubblica e al diritto allo studio, il rifiuto della precarizzazione della figura del ricercatore e dell’attuale modello di università.

INIZIATIVE PER LA FESTA DELLA DONNA

Ogni anno approfittiamo dell’occasione della festa della donna (che cade l’8 marzo) per rinvenire e approfondire il ruolo decisivo di figure femminili, nel corso della storia.

Questo marzo 2012, in vista dell’imminente riforma del lavoro, abbiamo voluto segnalare la posizione della donna all’interno dei luoghi di lavoro.
Questioni come le discriminazioni, le dimissioni in bianco, sono emerse grazie agli interventi di due ospiti che osservano la situazione da due differenti punti di vista: la docente di diritto della sicurezza sociale della nostra Facoltà, Maria Luisa Vallauri e la sindacalista Annamaria Romano, referente del comitato “se non ora quando”.

Lo scorso marzo 2011 la discussione si è incentrata sul tema del “Le Donne e la Resistenza”. L’esperienza raccontataci da “Angela”, nome in codice della partigiana dell’ANPI Liliana Benvenuti, e da Simone Neri Serneri, attivo presso l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, ha fatto emergere il ruolo, spesso tralasciato, delle donne nel periodo della Resistenza.

MOSTRE FOTOGRAFICHE

Siamo soliti approfondire particolari tematiche sociali per mezzo di mostre fotografiche.

Sfruttando la lunga vetrata concessaci dalla biblioteca del Polo delle Scienze sociali, abbiamo l’opportunità di esibire pubblicamente le fotografie dei vari autori che ritraggono, nei loro scatti, i diversi aspetti di quella specifica realtà.

Oltre a queste ogni anno il collettivo decide nuove iniziative da proporre con ad oggetto temi sui quali decidiamo di concentrare il nostro lavoro nel corso dell’anno.