Che fine farà il S.E.C.I.?

Dopo la Riforma Gelmini, con i suoi baronati e privati, e dopo i tagli del Governo l’università viene colpita dall’ennesima riforma degli ordinamenti, che dovrà entrare in vigore a partire dal prossimo autunno. Una nuova riforma dunque che, come tutte le altre, si propone di tagliare sugli sprechi, rivedendo i corsi di laurea con pochi iscritti o dove lavorano pochi docenti.

Il decreto ministeriale 17 fissa quindi nuovi criteri per l’apertura dei corsi di laurea che dovranno avere un numero massimo e minimo di iscritti e di docenti. Il problema sta però nel fatto che diverse facoltà ad ora hanno un numero di docenti insufficiente per tenere aperti tutti i loro corsi di laurea ed ovviamente nessuna nuova assunzione, data la precaria situazione economica degli atenei. E quindi si tagliano i corsi di laurea oppure si da al via all’introduzione dei numeri chiusi.

Veniamo adesso alla nostra facoltà di economia. Molto probabilmente i primi corsi che verranno tagliati saranno quelli che si svolgono presso le due sedi decentrate di Prato e Pistoia, ovvero Marketing del tessile ed Economia del Turismo. Molto più nebuloso resta il futuro del corso di laurea di Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale e del curriculum Operatori di Pace: un corso raro per impostazione e qualità all’interno del panorama italiano, che è stato capace di raccogliere studenti da tutto il paese e che si distingue per il suo approccio al contesto economico. Lo sviluppo economico, dovrebbe essere una necessità in un paese come il nostro, in cui l’11,3% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà relativa e che annaspa in una crisi tutt’altro che inventata.

Crediamo che sia necessaria un revisione degli ordinamenti che finalmente vada a tagliare le cattedre isituite solo per trovare un lavoro ad amici o parenti, contemporaneamente però crediamo che i corsi di laurea orientati verso ambiti di studio specifici di accertata valenza culturale(come secondo noi è il SECI) debbano essere preservati, anche in virtù del loro apprezzamento a livello nazionale ed internazionale.

Collettivo RossoMalPolo