Referendum 12 e 13 Giugno! VOTA 4 SI!

PERCHè VOTARE

Novembre 2009: il decreto Ronchi viene approvato dalla Camera: è legge.

Aprile 2010: inizia la raccolta di firme per il referendum contro tale legge.

Luglio 2010: vengono raccolte 1 milione e 400 mila firme (ne sono sufficienti 50.000). È la più grande raccolta di firme!

Dicembre 2010: la Corte di Cassazione ammette due quesiti referendari proposti.

12-13 giugno 2011: data del referendum abrogativo sulla privatizzazione dell’acqua.

Una mobilitazione straordinaria che ancora non può dirsi conclusa.

 

Finalmente hai una nuova possibilità per imporre la tua volontà di cittadino contro la privatizzazione dei beni comuni! contro il nucleare! contro il legittimo impedimento! Mettiamo un freno alle immonde politiche di questo governo!

 

ORA TOCCA A TE!

 

PERCHè VOTARE “Sì”

“l’acqua è un bene pubblico!”, “ l’acqua non si vende!”, “fuori i profitti dall’acqua!”

Sono solo slogan, ma nel concreto rispecchiano i rischi cui la privatizzazione dell’acqua va incontro.

Il Decreto Ronchi, in pratica, mette all’asta la gestione dei servizi idrici, specificando che la gestione esclusivamente pubblica potrà essere concessa solo in casi straordinari. Di conseguenza i privati potranno entrare a pieno titolo nella gestione dei servizi idrici.

Le società private, cui sono affidati gli appalti pubblici, devono gestire delle ingenti spese iniziali (inerenti il personale, la tecnologia, la struttura). Essendo private, non possono chiedere fondi allo Stato. L’unica soluzione è quella di aumentare le tasse che gravano sulle tasche dei cittadini.

Secondo i pro-acqua privata, nel lungo periodo le spese si ammortizzerebbero grazie ai guadagni legati a una migliore efficienza raggiunta. In tal modo il costo dell’acqua calerebbe grazie alla concorrenza.

Ciò che non tengono in considerazione è che l’acqua è un bene totalmente inelastico: un bene normale all’aumento del prezzo fa corrispondere un calo della domanda; ma di fronte a un bene come l’acqua, ad un aumento del prezzo  corrisponde una domanda invariata. Questo perché non ci sono modi per sostituirlo o farne a meno. I privati, a conoscenza di ciò, per garantirsi un maggior profitto, mantengono alto il livello del prezzo.

 

In breve, è difficile dire se la privatizzazione dell’acqua aumenterebbe o meno l’efficienza (secondo gli esempi di paesi che hanno seguito questo modello in Italia: no), ma, di sicuro aumenteranno i costi per i consumatori e il potere delle società private.

 

Il 12 e 13 giugno saremo chiamati ad esprimerci anche su altri due questiti referendari.

 

Uno di questi riguarda l’abrogazione delle leggi che progettano il ritorno all’uso dell‘energia nucleare.

La moratoria sul nuclare promossa dal Presidente del Cosiglio per eliminare questo questito tra quelli sottoposti a referendum popolare è strumentale a fermare la dilagante opposizione scatenatasi a seguito dell’incidente di Fukcushima, una contarietà plebiscitaria a questi ultimi provvedimenti sarebbe stata un ulteriore e clamoroso motivo di demerito per questo governo, che ha preferito nascondere la testa nella sabbia.

 

Ciò che è successo in Giappone non è l’unico motivo per sostenere nuove forme di energia rinnovabile e pulita e contestare l’uso dell’energia nucleare. Siamo convinti che la vera alternativa per questo pianeta sia l’uso delle energie rinnovabili, che non comportino rischi ambientali, come ad esempio lo stoccaggio e lo smaltimento delle scorie.

Aspettando che la Corte di Cassazione si esprima sulla efficacia della moratoria, prepariamoci a scrivere un altro SÌ per richiedere l’abrogazione di questa legge.

 

L’ultimo quesito referendario riguarda l’abrogazione della norma sul legittimo impedimento, che consente, alle più importanti cariche istituzionali dello stato, di rimandare la loro comparizione nel corso di un’udienza per impegni di mandato.

Nel novero delle leggi ad personam che abbiamo visto susseguirsi negli ultimi anni, senza smentirsi, il governo ha approvato per l’ennesima volta una legge iniqua, incostituzionale, che pone le più importanti cariche dello stato al di fuori del principio di uguaglianza affermato dall’articolo 3! Scriviamo un altro SÌ per riaffermare i nostri diritti, per tutelare la democraticità del nostro sistema politico e delle istituzioni dai continui attacchi del governo!

 

 

4 SÌ per cambiare!

 

CollettivoRossoMalPolo

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